INTERVISTA A MEGAN GILBERT, PER TRE MESI TEACHER ASSISTANT AL “DENINA PELLICO RIVOIRA”

Si è conclusa lo scorso dicembre, poco prima delle vacanze natalizie, l’esperienza che ha visto Megan Gilbert, giovane docente americana, lavorare a fianco dei docenti dell’ IIS “Denina Pellico Rivoira” di Saluzzo come teacher assistant di madrelingua Inglese. Il progetto, durato tre mesi, è stata un’importante occasione di arricchimento, linguistico e umano, sia per gli allievi delle classi coinvolte, sia per i docenti che hanno collaborato con lei.

Le abbiamo chiesto alcune impressioni sull’attività svolta presso le nostre tre sedi e sul periodo di permanenza in Italia.

Buongiorno Megan, parlaci un po’ di te.

Mi chiamo Megan Gilbert, negli ultimi tre mesi sono stata teacher assistant di lingua Inglese presso l’Istituto “Denina Pellico Rivoira” di Saluzzo. Sono nata e cresciuta a Denver, in Colorado, e adoro questo luogo per i suoi splendidi paesaggi. Abbiamo anche delle bellissime montagne, come si vedono a Saluzzo. Dalla mia città natale, in particolare, riesco a vedere il Longs Peak che mi ricorda il Monviso. Al di fuori dell'insegnamento, ho lavorato come graphic designer, e alcuni dei miei hobby includono imparare il giapponese, le arti tradizionali e, ovviamente, viaggiare.

Quando hai deciso di diventare teacher assistant?

La mia prima esperienza di insegnamento dell'Inglese è stata in Giappone quando ero al liceo. Ho avuto la fortuna di poter andare a trovare i miei amici giapponesi e mi sono offerta volontaria nelle loro scuole locali per insegnare inglese. All’inizio ero abbastanza impaurita ma ho subito capito che mi piaceva creare una connessione con gli studenti, e, da quel momento in poi, ho capito che avrei voluto diventare un’insegnante di Inglese. Dopo il college, ho ottenuto il certificato TEFL per l'insegnamento dell'Inglese e, dopo aver studiato molto la storia dell'arte italiana, sono venuta in Italia per saperne di più sulla cultura e sulla società.

In che cosa consiste, precisamente, il lavoro di teacher assistant? 

Ogni attività del teacher assistant può variare. A volte, l'assistente aiuta semplicemente l'insegnante principale con le lezioni, ma io avevo un maggiore controllo sulle lezioni e sui contenuti che insegnavo. Nonostante io abbia incorporato nelle mie lezioni anche alcuni elementi legati alla scrittura e alla lettura, queste erano per lo più focalizzate sul parlato e sull’ascolto, poiché il fatto di avere un docente madrelingua rappresentava un’ottima opportunità per gli studenti. Ho insegnato l'Inglese attraverso lezioni culturali che mettevano a confronto la vita americana con la vita italiana e attraverso giochi in cui gli studenti venivano invitati a parlare solo in Inglese. Ho cercato di rendere la lingua divertente e di creare un ambiente di apprendimento rilassato.

Sebbene le mie lezioni fossero le stesse per le numerose classi in cui insegnavo, risultavano sempre diverse in base alla personalità degli studenti e alle loro esperienze di vita. Ho anche lavorato con alcuni insegnanti su argomenti più specifici, come l'energia riutilizzabile, l'Inglese commerciale e persino il sistema di istruzione superiore americano. Ho trovato difficile insegnare alcuni di questi argomenti, poiché possono essere complessi da proporre in una lingua straniera. Ho dovuto valutare in anticipo ciò che gli studenti sapevano e poi basarmi sulle loro conoscenze per comprendere lentamente.

Come ti sei trovata durante questi mesi nella nostra scuola? 

Quando ho fatto domanda per insegnare Inglese in Italia, pensavo che avrei lavorato con studenti delle Scuole Elementari o Medie, quindi quando ho scoperto che avrei lavorato con studenti delle Scuole Superiori ero un po' intimidita. Tuttavia, nonostante ci siano state diverse sfide che ho dovuto affrontare, alla fine mi è piaciuto lavorare con questi allievi, perché sono in grado di avere conversazioni più serie rispetto agli studenti più piccoli. Gli studenti italiani sono molto schietti ed espressivi e, anche se a volte diventano un po’ esuberanti, è positivo che si sentano a proprio agio nellesprimere le loro opinioni.

Tutti gli insegnanti e il personale sono stati molto accoglienti e disponibili con me, non potrò mai ringraziarli abbastanza. Ogni sede aveva il suo fascino unico e in ognuna di esse ho abbracciato la bellezza della diversità. 

Quali sono stati i punti di forza e le eventuali criticità del lavoro a scuola in questi mesi?

Mi è piaciuto lavorare in più scuole perché amo variare la mia routine. Adoro poter incontrare nuove persone e conversare, quindi ero sempre entusiasta di conoscere una nuova classe o svolgere una nuova attività con loro. Indubbiamente c’era qualche criticità con la lingua, non con i colleghi ma più con gli studenti. 

Dato che io non parlo molto l’Italiano, a volte poteva essere difficile per loro comunicare e per me capire qualche domanda sulla grammatica o su qualche argomento più complicato. Ciò non è stato necessariamente del tutto negativo, poiché ha costituito una buona esperienza di immersione e ha stimolato gli studenti a parlare di più in Inglese.

Progetti per il futuro?

Spero di tornare in Giappone per insegnare Inglese per circa un anno. 

Non posso dire dove sarò esattamente in futuro, ma mi piacerebbe insegnare anche in Thailandia e possibilmente anche in un altro paese europeo. 

Alla fine, so che tornerò di nuovo in Italia, perché me ne sono assolutamente innamorata!

Megan
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